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Ketchup, numero 7

Impazienza. È la risposta alla domanda "Come riassumeresti questi giorni?" Quello o trepidazione . Quel che sto facendo non mi piace, o non mi sembra degno d'esser fatto, perciò lo comincio e appena trovo una scusa, lo abbandono. Così comincio a fare qualcosa, tipo progettare un comodino, e allora mollo la matita per andare a comprare un paio di guanti che non metterò mai, e subito comincio a progettare di andare ad una mostra che non mi recherò a vedere. E così via, così di seguito. Non voglio fare niente, pur volendo ardentemente fare qualcosa. Non mi va di vedere gente, non so neanche se ci riuscirei, ma allo stesso tempo, l'idea di rimanere solo con i miei pensieri mi distrugge. La metà di questi sarebbero "Non stai scrivendo", e l'altra metà sarebbe "non stai studiando". Non posso restare a casa, ma non uscirei neanche se mi pagassero.  Non voglio viaggiare, ma darei fuoco a questa città in questo istante, tanta è la voglia di lasciarla. N

Ketchup, numero 6

Commettiamo tutti degli errori. Lo so che lo sai, è una massima da Baci Perugina, non c'è un deficiente che non lo sappia.  Errori tipo comprare il latte scremato invece di quello parzialmente scremato. Voglio dire, non è la fine del mondo. Sono un po' di grassi in più, ma fra tre giorni in un modo o nell'altro lo devi butta' sto latte. Oppure farti la frangetta.  Che però, se sei bruttina, ha il merito di provare a coprirti la faccia.  Apprezza lo sforzo. Tipo l'aver ricominciato a scrivere. Questa cosa di ricominciare a scrivere mi ha messo una pressione addosso che mi fa cagare sotto ogni volta. In senso figurato, eh. Nel senso che adesso mi sono messo in testa di aver ricominciato, anche per parlare di cazzate, non necessariamente del rapporto che c'è fra noumeno/fenomeno e iperuranio/realtà mondana, e ora in ogni cosa, ogni conversazione, ogni avvenimento, ogni rutto di mosca, cerco ossessivamente di trovarci uno spunto. Fra l'altro, questo è il primo K

Ketchup, numero 5

Questo è l'ultimo caricato sul LP. Dal prossimo sarà prodotto localmente, tipo quella roba di non ogm. Non ricordarsi com'è andata quando sei nato, non avere una coscienza duratura per i primi anni di vita è una benedizione. Probabilmente hai una memoria di 24 ore, o da un sonnellino all'altro, come i telefoni che usano nelle serie con i criminali, tipo Better Call Saul. La usi ventiquattro ore, quando è piena la svuoti e ricominci. Forse il paragone con i pannolini sarebbe più adatto, ma quella dei gangster mi piace di più. Il fatto è che non so mai come cominciare le cose. "C'era una volta"? "Chiamatemi Ismaele"? "Oggi, mamma è morta. O forse ieri, non so"? Pur volendo, poi come continuo? E anche se cominciassi in medias res, da dove comincerei? Perciò la cosa che man mano sviluppi una coscienza un po' più consistente, un po' alla volta, è un affare. Non ti devi preoccupare di che tono usare mentre laceri l'aria col tuo pr

Ketchup, numero 4

Anche questo è originario del Libero Pensiero, e anche questo lo carico solo perché mi romperebbe non averceli tutti insieme.  C'è un sacco di gente che vorrei vedere più spesso. E ci sono troppe persone che invece vedo fin troppo. Certo è che alcune persone, vederle una volta ogni dieci anni è anche troppo. Infine, c'è un sacco di gente che non vedo da anni e mi chiedo in quale di queste categorie le incastonerei. Tutti questi rapporti, persi negli anni. Ognuno di noi è una storia, no? Un thriller, una cazzatella romantica, un horror, se sei particolarmente brutto, o un film demenziale. E ogni persona che incontri è una comparsa nella tua vita. Ma per ciascuna di queste comparse non faccio che chiedermi "e se avessero avuto un ruolo più ampio?" Se fossero rimaste più a lungo, come sarebbe state le nostre vite? O se fossi rimasto io, che qui sembra che voglia dare la colpa a loro, ma siamo sempre in due ad esserci allontanati. Chissà che non mi sarei stato più simpat

Ketchup, numero 3

Credo di aver sviluppato una forma di agorafobia. Immagino sia normale, dopo tutto quello che è successo.  Ma miscelata alla misantropia, che più o meno ho sempre avuto, è un composto esplosivo. Praticamente l'11 settembre dei rapporti umani: perfetta dal punto di vista organizzativo, logistico, ma se i tuoi rapporti sono le Torri Gemelle, diciamo che distruttivo può sembrare riduttivo. Chiariamoci: me lo sono autodiagnosticato. Potrebbe essere una forma lieve, un disturbo connesso, o solo voglia di tornare a casa a cui ho dato un nome grande, che cazzo ne so. So solo che ormai odio uscire la sera, forse perché non conosco persone interessanti. Forse sono solo stanco di conoscere persone da cui so che mi allontanerò.  Forse sono solo un coglione fuso, su una scena che odio, con attorno persone che non sopporto, cercando di capire se vale la pena stroiarmi di droghe di merda, per non dare accesso alla sensazione che la vita vera sta accadendo da un'altra parte. Ma l'an

Ketchup, numero 2

 Anche questo appartiene originariamente a Libero Pensiero. Dopo un anno di inattività, sono tornato a sporcare fogli bianchi, forse sono un po' arrugginito.  È un anno e qualcosa che non sono io a scrivere qualcosa qui. Vorrei dire che sono stato impegnato, che sono stato a fare qualcos'altro di più importante, o che stavo migliorando il mio modo di scrivere. In realtà è probabilmente peggiorato. Non so mai come cominciarle queste cose. Il foglio bianco mi fa salire l'ansia, probabilmente perché sto cominciando un’altra cosa che non porterò a termine. L’ennesima storia lasciata morire d'inedia. Se queste storie fossero reali, sarebbe un reato. Ho iniziato tante storie che Charles Manson inorridirebbe davanti a me, se queste fossero reali e le avessi lasciate morire. Ecco, ho fatto un’altra cazzata, perché ho fatto intendere che ho scritto un sacco di roba prima di questa, creando l’aspettativa di uno scrittore affermato, ma in realtà non ne ho finita neanche una. I

Ketchup. numero 1

  Questo blog l'ho caricato per la prima volta sul Libero Pensiero. Anche questo è un po' una merda, lo carico solo perché mi romperebbe non averli tutti insieme.  Mi vengono sempre le erezioni nei momenti sbagliati. Tipo a lezione all'università, o sull'autobus. Mi faccio le seghe prima di dormire, tipo per conciliare il sonno, e appena sveglio. Ho talmente associato le seghe al sonno, che quando comincio a sbadigliare, magari mi annoio o sono proprio stanco morto, mi viene duro. Non una parziale, proprio duro da usarlo per mettere un chiodo nel muro. Ah ecco perché si dice battere chiodo. Questa cosa mi ha un po' stancato. Sembra che voglia sempre scopare, che non è poi così sbagliato, o che mi eccitino i vecchi che puzzano di alcol e l'odore di gesso. Se non avessi il pisello, e neanche la patata, proprio niente, pelle liscia, starei meglio. Tipo Barbie e Ken. Hai visto quanto sono contenti, beati? Fra un secolo o due saremo tutti così, lisci, con un